Giuseppe Garibaldi giunse per la prima volta a Caprera nel 1849. Arrestato dopo la fuga da Roma e rifiutato l’esilio a Tunisi la nave su cui si trovava, comandata dal maddalenino Francesco Millelire, fece rotta verso La Maddalena in attesa di ulteriori istruzioni. Ad accogliere gli esuli, a Cala Gavetta, tutta la popolazione isolana.
Numerosi i maddalenini che rimasero al suo fianco durante le sue battaglie, tra questi Giovanni Battista Culiolo, Giacomo Fiorentino e Antonio Susini. Durante questo suo primo soggiorno nell’arcipelago, Garibaldi volle conoscere quindi le famiglie dei suoi uomini di fiducia stringendo indissolubili vincoli di amicizia.
Si avvicinò così alla vita rurale, il lavoro nei campi e la vendemmia ma anche gioiosi momenti di pausa e battute di caccia e pesca. Fu così che conobbe, dopo tante peripezie, i suoi primi momenti di tranquillità. Il suo primo soggiorno durò solamente un mese ma, come ricorda la lettera esposta nel Palazzo Comunale, certamente fu determinante per tutta la sua vita futura.
Con la Terra Sarda fu amore a prima vista, dopo la sua seconda avventura americana visitò in lungo e in largo tutta l’isola per poi giungere dove probabilmente il cuore lo stava realmente guidando, Caprera. Dopo aver acquistato alcuni appezzamenti di terra, ben presto creò una piccola comunità di pastori, mezzadri e fattori. Caprera è il luogo in cui, l’eroe dei due mondi, divenne finalmente uomo, padre di famiglia e patriarca, ma anche “vate”.
La zona divenne infatti meta di misteriosi emissari e influenti personaggi: rappresentati dei movimenti indipendentisti e rivoluzionari russi, greci, ungheresi, polacchi e spagnoli fino al Ministro degli Stati Uniti del presidente Lincoln.
“Wikipedia”
Il resto è storia nota, quello che lo è meno è la vita che conobbe sull’Isola. Schivo da onoreficenze, visse gli ultimi anni della sua vita in assoluta povertà, arricchito dalla genuinità della gente e dalla meravigliosa terra che tanto aveva imparato ad amare.
Il “Leone di Caprera” morì il 2 giugno 1882 e l’orologio posto sulla Casa Bianca dell’Isola ancora oggi è fermo a quelle tristi ore. I maddalenini divennero i custodi silenziosi delle sue spoglie e, tale il segno lasciato dall’eroe, decisero di modificare lo stemma comunale inserendo un leone (Garibaldi) irto su di uno scoglio (Caprera) cinto dalla scritta “Herois cineres oras tutorque latinas”.
Numerosi i maddalenini che rimasero al suo fianco durante le sue battaglie, tra questi Giovanni Battista Culiolo, Giacomo Fiorentino e Antonio Susini. Durante questo suo primo soggiorno nell’arcipelago, Garibaldi volle conoscere quindi le famiglie dei suoi uomini di fiducia stringendo indissolubili vincoli di amicizia.
Si avvicinò così alla vita rurale, il lavoro nei campi e la vendemmia ma anche gioiosi momenti di pausa e battute di caccia e pesca. Fu così che conobbe, dopo tante peripezie, i suoi primi momenti di tranquillità. Il suo primo soggiorno durò solamente un mese ma, come ricorda la lettera esposta nel Palazzo Comunale, certamente fu determinante per tutta la sua vita futura.
Con la Terra Sarda fu amore a prima vista, dopo la sua seconda avventura americana visitò in lungo e in largo tutta l’isola per poi giungere dove probabilmente il cuore lo stava realmente guidando, Caprera. Dopo aver acquistato alcuni appezzamenti di terra, ben presto creò una piccola comunità di pastori, mezzadri e fattori. Caprera è il luogo in cui, l’eroe dei due mondi, divenne finalmente uomo, padre di famiglia e patriarca, ma anche “vate”.
La zona divenne infatti meta di misteriosi emissari e influenti personaggi: rappresentati dei movimenti indipendentisti e rivoluzionari russi, greci, ungheresi, polacchi e spagnoli fino al Ministro degli Stati Uniti del presidente Lincoln.
“Wikipedia”
Il resto è storia nota, quello che lo è meno è la vita che conobbe sull’Isola. Schivo da onoreficenze, visse gli ultimi anni della sua vita in assoluta povertà, arricchito dalla genuinità della gente e dalla meravigliosa terra che tanto aveva imparato ad amare.
Il “Leone di Caprera” morì il 2 giugno 1882 e l’orologio posto sulla Casa Bianca dell’Isola ancora oggi è fermo a quelle tristi ore. I maddalenini divennero i custodi silenziosi delle sue spoglie e, tale il segno lasciato dall’eroe, decisero di modificare lo stemma comunale inserendo un leone (Garibaldi) irto su di uno scoglio (Caprera) cinto dalla scritta “Herois cineres oras tutorque latinas”.
Fonti e Approfondimenti
www.lamaddalena.it